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Il Parco dei Monti Lucretili: sulle antiche vie di un ricco patrimonio vegetazionale

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Il parco dei Monti Lucretili, sebbene costituisca una zona unitaria, si presenta in realtà alquanto differenziato da fenomeni tettonici, morfologici e carsici complessi di grande rilevanza geologica. I suoi monti costituiscono il sottogruppo meridionale dei Monti Sabini che si elevano alla sinistra del Tevere, tra la valle dell'Aniene a sud, il lago del Turano e la piana reatina ad est ed infine la valle del Nera a nord.

Il Nido dell'Aquila dall'osservatorio

L'ubicazione del Parco e il fatto che esso rappresenti il primo gruppo montuoso prospiciente la campagna romana, lo rende facilmente raggiungibile sia da Roma sia da tutti i centri dell'hinterland. La relativa vicinanza con l'ambiente marino e le differenze altimetriche che danno origine a vari ambienti, offrono una vegetazione ricca e allo stesso tempo diversificata, tale da configurare un ambiente quasi incontaminato dall'azione antropica.

Vorrei pertanto segnalare un percorso di notevole interesse floristico, che si snoda dal versante sud-occidentale di Monte Gennaro dove si denotano gli antichi resti del castrum di Castiglione, muri di terrazzamento in opera poligonale, a scopo agricolo, notevolmente presenti in tutto il territorio laziale. L'itinerario si sviluppa tra la abbondante e alta macchia con componenti di quella mediterranea e con essenze floristiche di grande bellezza.

Orchidea del Parco
sentiero delle orchidee (Scandriglia)

Si parte dalla via maremmana che collega Palombara Sabina a Marcellina e si devia all'altezza del Casino Belli davanti la seggiovia di Monte Gennaro, proseguendo per circa 2-3 Km la strada rurale che porta direttamente ai ruderi del convento di San Nicola, dominante l'antico centro di Palombara Sabina.

Proseguendo per la nostra antica strada campestre si attraversano i limiti di colture di olivo e ciliegi, due importanti tipologie produttive della nostra zona. Proseguendo sempre in altitudine ci si imbatte nella fitta macchia dove si possono scorgere alti lecceti in un paesaggio così intensamente ricco di verde e ancora silenzioso. Ci sono così tante varietà di piante che sembrano proteggermi dagli intensi raggi solari e che mi accompagnano lungo il cammino.

Orchidea del Parco
sentiero delle orchidee (Scandriglia)

Approfittando per una breve pausa, appunto qualche breve informazione, purtroppo non abbastanza ricca dal punto vista botanico, ma piacevole per ciò che riguarda questa meravigliosa esperienza. Proseguendo tra il verde e profumato odore della natura, dopo un'oretta circa arrivo alle rovine del castello di Castiglione, dove finalmente alla mia vista si presenta la macchia a storace (styrax officinalis), attraente arbusto di notevole interesse floristico.

Questa pianta tipicamente balcanica, fiorisce eccezionalmente alle nostre latitudini, arricchendo così il parco di un'essenza vegetativa essenzialmente orientale, la cui presenza nella zona è ancora del tutto interpretabile. Lo storace e altre specie vegetali tipiche del versante balcanico orientale caratterizzano in modo peculiare il massiccio lucretile, stabilendo così una continuità vegetazionale tra il versante occidentale e quello orientale. Non a caso lo storace è stato scelto come simbolo del Parco, data la sua riconosciuta importanza nella biogeografia della nostra penisola.

La Villa di Orazio

L'interesse dell'area da un punto di vista faunistico è molto importante benché i mammiferi abbiano sofferto l'azione devastante dell'uomo, a seguito dell'istituzione dell'area protetta, con il divieto della caccia, le foreste, si sono di nuovo ripopolate della comunità ornitica che frequenta abitualmente questa zona. Il sito di Castiglione infatti rappresenta un biotopo naturale che ospita numerosi animali.

Un breve tratto di strada sterrata porta al paese di Palombara Sabina, dove si conclude così questa meravigliosa passeggiata nel parco. Vorrei annoverare infine un'altra essenza floristica molto graziosa: le orchidee. Il parco, in particolare ospita circa il 50% delle specie di orchidacee italiane e il 70% di quelle laziali, le quali crescono nei prati, nei pascoli e nei boschi e vi fioriscono in genere a giugno e in luglio. Proprio la scorsa estate mi sono recata nel giardino delle orchidee nei pressi di Scandriglia, un bellissimo percorso con notevoli essenze vegetative tra cui le piccole e coloratissime orchidee sparse qua e là lungo l'odoroso cammino nell'ampia vallata.