La Piana del Cavaliere
Racchiusa tra le pendici nord-occidentali dei Simbruini-Carseolani, la catena isolata del Cervia-Navegna e le estreme propaggini orientali dei Lucretili, la piana del Cavaliere è

La piana del Cavaliere
una terra di confine; collegata alla Sabina attraverso le valli parallele del Turano e del Salto, punto di passaggio fra le valli tiburtine, e quindi Roma, e la Marsica Fucense, quest'area ha risentito molto delle differenti influenze culturali, e soprattutto di un forte flusso migratorio da e verso la capitale, assumendo una connotazione propria, abbastanza distante dalla forte identità del resto dell'Abruzzo (della Marsica, in particolare).
Simbolo di questa particolarità, la cittadina di Carsoli, centro economico ed amministrativo della zona, sembra sempre più, nella sua parte moderna, un frammento di periferia urbana, in cui l'atmosfera è ben lontana da quella tradizionale dei paesi Abruzzesi;

Pereto
fortunatamente, allontanandosi un pò dalla trafficata via Valeria, salendo verso il borgo vecchio, si ritrovano ambienti più familiari: gli stretti vicoli, gli splendidi panorami verso i boschi di Marsia e della Sabina, i resti diroccati del Castello illuminati dalle luci soffuse alla sera.
Nei dintorni del paese, si estende una zona industriale particolarmente sviluppata, con numerosi stabilimenti operanti nel settore alimentare ed in quello elettronico.

Rocca di Botte
Lasciando Carsoli, deviando verso i Simbruini, lungo il solco vallivo scavato dal Fosso Fioio, ai piedi del Monte Fontecellese, sorge Pereto, dominato dal magnifico castello del secolo XII: arroccato sul fianco della montagna, offre al visitatore scorci suggestivi e ampi panorami verso la vallata.
Di fronte a Pereto, alle pendici della catena della Serrasecca, il Santuario della Madonna dei Bisognosi è meta tradizionale di pellegrinaggi dal Lazio e dall'Abruzzo;

Camerata Nuova
risalente, nel nucleo originale, al sec. VII, fu rimaneggiato tra il sec. XI e il XII, sicuramente meritevole è la visita dell'abside della chiesa, dove è collocato uno stupendo affresco del Giudizio Universale, risalente alla seconda metà del 1400.
Risalendo ancora, sul fianco destro della valle, Rocca di Botte è un grazioso paesino, di cui vanno menzionate la chiesa di S. Pietro Apostolo e quella di S. Maria del Pianto.
Infine, in fondo alla valle, Camerata Nuova, ultimo avamposto della presenza umana prima dei territori Simbruini; di impianto architettonico moderno, il paese fu costruito nella posizione attuale dopo il 1860, a seguito dell'incendio che distrusse il borgo originale, arroccato su di uno sperone calcareo a 1220 metri di quota.
Basato essenzialmente su di una economia agricola e forestale, il paese meriterebbe senz'altro un rilancio turistico, costituendo un punto di partenza ottimale per numerose escursioni, sia verso Cervara e la valle dell'Aniene, sia, attraverso il profondo e incassato vallone del Fosso Fioio, verso il Santuario della S.S.Trinità ed il cuore del massiccio dei Simbruini.