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La Valle del Giovenzano (o Fiumicino)

Uscendo dalla Roma - l’Aquila al casello di Castelmadama, per arrivare sui luoghi di questa escursione bisogna volgere a destra seguendo le indicazioni per Sambuci, Ciciliano, ecc. Si impegna così la valle Empolitana che risale da Tivoli e che lungo lo zoccolo nordoccidentale dei Prenestini, per la via omonima conduce, attraverso la successiva Valle della Formella dove sono visibili i resti dell’antico insediamento di Saxula ed una rapida salita che supera il bivio per Sambuci, al Passo della Fortuna dal quale ha inizio la nostra camminata.


Gerano

Lungo questo tragitto si costeggiano terreni ben tenuti e coltivati prevalentemente ad olivo dal quale si ricava un olio poco acido e molto apprezzato per il delicato sapore. Dal Passo della Fortuna, costeggiando le verdi pendici orientali dei Prenestini, in leggera discesa si entra, lasciando sulla destra le umide piane di “Pantano” e “Canapine”, nella Valle del fiume Giovenzano (o Fiumicino) che nasce ai piedi dell’abitato di Pisoniano, si alimenta con torrenti generati dai Prenestini e dal gruppo simmetrico dei Monti Ruffi che chiudono la valle offrendo alla vista il loro scosceso fianco occidentale.

Il piccolo fiume,  lasciati  alti sulla destra gli abitati di Gerano e Cerreto, aggira l’erta collina di Cicliano e s’avvia, per la piana del Frasso, verso le “gole” di Sambuci formate dalle propaggini dei monti Tiburtini e dalle ripide coste dei  Ruffi, per superarle e per poi confluire  nell’Aniene a ridosso della Via Tiburtina. Cinque sono dunque i paesi che coronano questa valle solitaria e silenziosa poco usa ormai ai rumori delle attività agricole e della pastorizia da tempo abbandonate.


Ciciliano

Non poche le testimonianze archeologiche e monumentali, alcune di rilievo, che attestano l’importanza che ebbe un tempo la Valle, rapido passaggio dalla Via Tiburtina all’alta Valle dell’Aniene (Subiaco) ed alla Valle del Sacco aperta verso le pianure ciociare e, oltre i Monti Lepini, verso l’agro pontino e la Campania. Il comprensorio, prossimo a due svincoli autostradali, è ben servito all’interno da carrozzabili, i borghi sono ricchi di tradizioni culturali a volte originali come originali sono alcuni spunti gastronomici degustabili presso le locali trattorie. 

Lungo questo itinerario turistico il primo comune che si incontra è Ciciliano, che dominia dal lato est della sua altura la Valle del Giovenzano e, sul versante opposto e dal colle gemello di S.Liberata,


Pisoniano

con vista eccezionale, Roma e le sue  campagne. Il sito da sempre strategicamente importante per le naturali caratteristiche di vedetta e per il  facile controllo che può esercitare sul  valico della Fortuna, conserva a valle importanti testimonianze della civiltà romana (Villa dei Lucilii, resti dell’insediamento di Trebula) e, sparsi nella pianura, i resti di antiche chiese (in particolare S.Maria Maddalena decorata con affreschi) e cappelle votive destinate al culto durante le stagioni agricole ovvero ad uso di

piccole comunità che vivevano nei dintorni.


Lo scoglio della Mentorella

Anche l’abitato sorto sul colle in epoca medievale, intorno ad una torre militare di avvistamento, ad opera delle genti in fuga dal piano per le incursioni saracene (truppe saracene disperse in battaglia nella vicina piana di S.Cosimato in seguito si integrarono con le popolazioni locali lasciando a volte nel dato somatico un segno inequivocabile), conserva mura poligonali ed un’imponente fortezza nata nel medioevo come roccaforte (vedi sopra), passata nel tempo sotto diversi “padroni” (ora è proprietà del casato Theodoli), un Palazzo Colonna, decorato da stemma e bifora, che ha perduto il connotato originale essendo stato inglobato in una costruzione più grande, la Parrocchiale dell’Assunta decorata con affreschi e tele interessanti, la settecentesca chiesa della Madonna della Palla progetto dell’architetto G.Theodoli e, sul colle gemello, la chiesa di S.Liberata (XV secolo) ornata, soprattutto nel presbiterio, da affreschi di pregio. Integro, suggestivo l’antico borgo medievale abbarbicato sugli scoscesi costoni occidentali del colle e sul quale svetta la quadrangolare fortezza Theodoli.

Tornati al valico e procedendo verso sud a ridosso delle coste più aspre dei Prenestini, si arriva in leggera salita al paese di Pisoniano sorto su un colle che fronteggia quello di Ciciliano, dominato dai dirupi della Mentorella il cui santuario nel paese è oggetto di un sentito culto. Punto di passaggio della rotabile per S.Vito Romano, il paese nella parte vecchia si sviluppa lungo i lati di una strada centrale ed offre gli scorci emozionanti delle ripide e boscose pareti di base di Monte Guadagnolo mentre all’interno, nelle stradine e nei vicoli, intorno alla chiesa di S.Paolo (tele ed affreschi), alita struggente la memoria di una vita oramai scomparsa.


Cerreto Laziale

Presenti nel luogo i resti di una villa del console Lucio Calpurnio Pisone, ai margini del paese, sul percorso per la Mentorella, la chiesa della Madonna delle Neve. Bisogna tornare indietro di qualche chilometro per visitare i paesi di Gerano e Cerreto edificati sotto le coste occidentali dei Monti Ruffi a

guardia del valico che adduce, dopo Rocca Canterano, ai territori dell’alta Valle dell’Aniene. Gerano è paese ricco di attività, sorto su una proprietà dell’abbazia di Subiaco città con la quale ancora oggi conserva rapporti di carattere amministrativo, è collocato su un colle, fra estesi boschi di castagno, al di sopra di una conca valliva ricca d’acque e di piccole attività agricole aventi un connotato prettamente familiare.


Sambuci

La Parrocchiale conserva in una teca d’argento una reliquia di S.Appollonia mentre a valle, sulla strada per Subiaco, la chiesa di S.Anatolia richiama il 10 luglio la più importante fiera del comprensorio caratterizzata dalla presenza di gente nomade. Poco oltre, verso nord, costeggiando la destra del Giovenzano, si risale a Cerreto Laziale quasi appiattito sulle coste sassose dei Ruffi, anch’esso dominante la Valle. Sorto poco dopo l’anno 1000 sempre sulle proprietà e su iniziativa delle abbazie sublacensi, l’abitato è sovrastato da una Rocca medievale, rifugio dalle scorribande di predoni, successivamente divenuta il maschio di una fortezza più ampia coronata da mura e da quattro torri.

L’intrico di vicoli nel quartiere vecchio, intorno e sopra l’antica Parrocchiale di S.Maria, è ricco di silenzi e di scorci emozionanti. Singolare la presenza della chiesa di S.Sebastiano quasi certamente edificata da gruppi di milanesi, spinti fino a Roma verso il 1600 dalla contesa fra la Francia e la Spagna sul ducato di Milano e successivamente radicatisi in questo luogo.

Per arrivare infine a Sambuci e chiudere così il tour dei paesi della valle, si deve percorrere la piana del Frasso su una rotabile che fiancheggia il Giovenzano. Il paese che sembra posto a presidio dell’ingresso di una strettoia fra montagne varcata dal fiume e dalla strada che raccorda la Via Tiburtina più a valle, è sede di una notevole villa-castello dei Theodoli che ha annesso un magnifico giardino. Un antico convento segna l’entrata nel paese arroccato come gli altri nella parte vecchia,con chiesa e viuzze, intorno al castello. Gli incipienti Ruffi decorano il panorama con una splendida, verdissima lecceta.

Il Santuario della Mentorella – Chiesa di S.Maria della Mentorella: Domina la valle del Giovenzano da 1030 metri di altezza. E’ situato nel territorio della frazione di Guadagnolo (comune di Capranica Prenestina) ed è sorto, secondo la tradizione cristiana durante il secondo secolo sui luoghi dove il patrizio romano Placido (ribattezzatosi poi Eustachio) vide l'immagine di Cristo sopra la testa di un cervo che stava per uccidere durante una battuta di caccia. Antichissimo centro della cultura benedettina rappresenta soprattutto per le genti prenestine un importante luogo di culto. Il complesso di edifici che ospita anche una piccola comunità religiosa, conserva interessanti affreschi, tele ed oggetti d’arte sacra, ma soprattutto, nella chiesa di S.Maria, notevoli testimonianze artistiche della scultura lignea del XIII secolo, in particolare una tavola intagliata con le storie del Santuario ed una Madonna con Bambino.