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La Majella orientale

Una terra di confine, così appare al visitatore questo lembo dell'Appennino adagiato tra gli imponenti rilievi della Maiella ed il dolce paesaggio tipico dell'Abruzzo collinare, allungato verso la costa adriatica. A differenza degli altri versanti, il fianco orientale della Majella è inciso da profondi, lunghissimi valloni che costituiscono le più frequentate e suggestive vie di accesso alle grandi vette del massiccio - l'Amaro, l'Acquaviva, la Cima delle Murelle, il Focalone, il Pescofalcone, ecc. - e ai cui piedi si adagiano i vari centri abitati, perlopiù a quote molto basse.


Ingresso delle Grotte del Cavallone

Procedendo da nord incontriamo Manoppello, celebre per il Santuario del Volto Santo ove è conservato un'immagine del Volto di Cristo che, secondo la tradizione, fu recata da un angelo in veste di pellegrino. A seguire il paese di Guardiagrele, dalle origini antiche (le prime testimonianze risalgono al I sec. a.C.): nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con torre quadrangolare e soffitto in legno intagliato, è custodita una preziosa croce in argento, opera di Nicola da Guardiagrele; da visitare anche la chiesa di San Francesco, risalente al 1200.  Su uno spigolo roccioso di fronte alla valle dell'Avello, a 669 m di quota, sorge Pennapiedimonte: il paese si sviluppa su sistemi continui di scale fino alla sommità, detta Balzolo; nella parrocchiale sono conservati dipinti su tavola, tra cui una pala d'altare, e su tela di un certo interesse. 

Più a sud sorge Palombaro (556 m), che sovrasta il corso del torrente Avello: nelle chiese del paese - la Parrocchiale ed il santuario dell'Assunta - si conservano opere artistiche del XIV secolo; nei pressi dell'abitato (località Laroma) sorgono i resti di un insediamento romano, ai quali se ne sovrappongono altri di origine medievale. Nei pressi del Vallone di Palombaro, a Coste Manganelle, si apre la Grotta di S.Angelo: originariamente vi sorgeva un tempio dedicato alla Dea Bona (nella tradizione latina auspice della fertilità), durante i secoli X-XI vi fu costruita una chiesa di cui sono ancora visibili i resti.

Alla confluenza degli spettacolari valloni di Santo Spirito e della Val Serviera è situata Fara S. Martino: di origine Longobarda, si sviluppò intorno all'antico nucleo monastico del convento benedettino di S. Martino in Valle; che sorgeva subito dopo la stretta forra che dà adito al vallone di Santo Spirito e che, secondo la leggenda, fu aperta a gomitate dal Santo stesso, al fine di garantire alla popolazione l'accesso ai pascoli in quota. Il paese è celebre soprattutto per i famosi pastifici che sfruttano, per la loro produzione, le acque purissime del torrente Verde. Scendendo ancora verso sud incontriamo Taranta Peligna: lungo l'omonimo vallone, che costituisce una delle tante e faticose vie di salita alla vetta del M. Amaro, sul fianco di una parete rocciosa si apre la Grotta del Cavallone (il nome deriva dalla forma dell'imboccatura dell'antro), conosciuta anche da D'Annunzio che vi ambiento il secondo atto de "La Figlia di Iorio"; la località è raggiungibile mediante un'ovovia aperta durante l'estate.  Nell'alta valle dell'Aventino sorge Palena che fu semidistrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale (lungo la Maiella correva uno dei fronti tedeschi, quello che passava anche per Cassino): da visitare la chiesa del Rosario con il suo rosone cinquecentesco e l'impianto a croce greca e cupola, custodisce una Madonna col Bambino risalente al '500; nella parte alta del paese sorge un castello risalente al secolo XI che fu distrutto dai bombardamenti e ricostruito nel 1950. Infine, Pizzoferrato si innalza a 1250 metri a ridosso di una rupe rocciosa, di fornte ad un magnifico panorama sulla Maiella e sulla Valle del Sangro: vi si trovano i resti della chiesa di S. Nicola ed un palazzo baronale.