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La Vallelonga

La Vallelonga si raggiunge da Avezzano, seguendo brevemente la superstrada per Sora, fino all'uscita di Luco dei Marsi, si attraversa il paese lungo la via principale e si prosegue lungo il margine meridionale della piana del Fucino. In breve si giunge a Trasacco, primo comune della valle, dominato a sud-est dalla dorsale boscosa del Monte Romanella e del Monte Alto; l'origine del nome deriva forse dal latino trans aquas , toponimo che indica probabilmente la posizione "al di là delle acque" rispetto a Marruvium (l'odierna S.Benedetto dei Marsi), oppure il fatto che la zona fosse interessata dalle piene periodiche del lago Fucino. Il paese sorge sui resti dell'antica Sepinum, città fondata dai Marsi, in seguito conquistata dai Romani: tutta la zona circostante è ricca di testimonianze di epoca romana, data la vicinanza della via Tiburtina-Valeria e la presenza dell'antico lago.


La Piana del Fucino

All'interno del paese, citiamo la parrocchiale dei Ss. Rufino e Cesidio costruita prima dell'anno mille, distrutta in seguito dai barbari e ricostruita successivamente in epoca rinascimentale. Lasciato Trasacco, si prosegue lungo il vallone, stretto a sud dalla dorsale della Serra Lunga e a nord dai monti che cingono la vallata di Lecce nei Marsi e Gioia dei Marsi (altra via d'ingresso al Parco).

Si giunge, dopo circa 15 km, a Collelongo , di cui ricordiamo le chiese di Santa Maria delle Grazie e Santa Maria Nuova, nonché il Palazzo Botticelli; dal paese, con una breve deviazione lungo una strada che attraversa magnifici boschi di acero, si possono raggiungere i Prati di S.Elia località a balcone sulla Valle Roveto, di qui è possibile raggiungere le cime principali della Serra Lunga, il Breccioso ed il Cornacchia, con una lunghissima traversata di cresta; dai prati è anche possibile ridiscendere in Val Roveto, presso Civita d'Antino. Proseguendo invece lungo la Vallelonga, si giunge a Villavallelonga, punto d'ingresso al Parco Nazionale d'Abruzzo. Il paese sorse intorno all'anno mille, col nome di Rocca di Cerro , sull'altura del Colle Quaresima, riparato da possibili invasioni e saccheggi dei barbari;


La valle nei pressi di Collelongo

fu poi feudo dei Conti dei Marsi prima, e della Contea di Celano poi, passando poi ai Piccolomini (sec. XVI) e quindi ai Pignatelli. L'abitato consta anche di una parte più recente, costruita dopo il devastante terremoto del 1915. Da segnalare, nella località denominata Amplero, i resti di un isediamento italico, risalente al I secolo d.C. Nei pressi del paese è anche l'area faunistica dove è possibile osservare un piccolo branco di Cervi, destinato alla ripopolazione dei monti della Vallelonga.

Oltre Villavalleonga, si raggiunge la Madonna della Lanna ed, infine, i prati d'Angro, magnifica radura dominata dalla cima del Monte Marcolano, qui una sterrata prosegue lungo il torrente Rosa, si alza a svolte nei boschi e raggiunge il Valico dell'Aceretta, collegamento fra la Vallelonga e la Valle del Sangro (Pescasseroli). La nascita del parco istituito, secondo in Italia dopo il Gran Paradiso, nel 1922 e, soprattutto, la sua gestione efficiente e razionale (raggiunta solo negli anni '70), hanno portato senz'altro notevoli benefici a questa parte della montagna Abruzzese. Il parco ha garantito una effettiva tutela dell'ambiente montano ed uno sviluppo corretto dei centri abitati (non a caso, la ricettività turistica nei paesi del parco è nettamente più sviluppata rispetto ad altre zone della regione).


Prati d'Angro

In particolare, la protezione della Vallelonga ha garantito la sopravvivenza di un ambiente naturale di primo ordine, coperto da estese foreste, complicato dalla presenza di numerosi valloni laterali, spesso difficilmente raggiungibili, che rappresentano ora un habitat ottimale per molte specie animali (di frequente vi è stato segnalato l'orso); la valle rappresenta inoltre un importantissimo corridoio faunistico verso i rilievi degli Ernici e la porzione meridionale dei Simbruini - Carseolani.

Se anche su questi rilievi si raggiungesse un livello di protezione adeguato (la riserva di Zompo lo Schioppo sembra un passo avanti, a quando una tutela effettiva degli Ernici e del versante Abruzzese dei Simbruini, per non parlare dell'enigmatico parco regionale sul versante laziale ?) si getterebbero le basi per un definitivo ripopolamento del territorio da parte dei grandi carnivori (lupo, lince, orso) e degli ungulati (cervo, capriolo).